La storia insegna come uscire dal conflitto tailandese
by Jeffrey Race (13\1\2014)

Testo originale: http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-130114.html
Traduzione in Italiano, N.d.r. e note finali: Daniele B.

Thaksin Shinawatra, il deposto primo ministro, luogotenente colonnello della polizia, ha introdotto alcune novità in Thailandia. Queste innovazioni inpediscono un assestamento pacifico del conflitto che oggi imperversa nelle strade di Bangkok, e non stiamo parlando della sua apertura politica alla sottoclasse rurale, come la stampa e i commentatori pubblici superficialmente hanno spiegato.

Sia le prime pagine che gli editoriali della stampa mondiale, stanno aumentando sempre piu l'attenzione al conflitto in Tailandia, il quale sta andando verso le elezioni del due febbraio. Elezioni che saranno boicottate dal principale partito d'opposizione.

La stampa locale di Bangkok, come anche le personalità pubbliche, sono apertamente in disaccordo con le notizie diffuse all'estero, le quali trattano l'argomento con ignoranza, e il cui punto di vista e' distorto dalle ossessioni e dalle storie politiche di culture profondamente diverse da quella Tailandese. Commenti gratuiti da parte di fonti ufficiali straniere, hanno ulteriormente infiammato l'animo dei tailandesi. Il fatto e' che la stampa straniera etichetta il conflitto attuale come uno scontro tra classi. Anche se questo aspetto e' presente, la superficialità della stampa non coglie gli altri piani del conflitto, e non e' assolutamente in grado di comprendere come il conflitto potrebbe concludersi coerentemente con la storia e la cultura thailandese.

Il conflitto attuale ha portato centinaglia di migliaia di persone nelle strade di Bangkok, periodicamente, dal 2006. Questo elemento numerico e' facilmente comprensibile allo stesso modo da tutte le nazioni. Due grandi coalizioni si stanno scontrando per controllare lo stato tailandese, una cornucopia di benifici reali. Nel giro di pochi anni da primo ministro, prima della sua caduta dal potere nel 2006, Thaksin e' passato da semplice benestante ad uno tra gli uomini piu ricchi dell'intera Asia.

In uno schema comune alla politica tailandese, una coalizione e' quindi centrata su di un partito, in origine fu "Thai Rak Thai", prima della sua dissoluzione giuridica nel 2007 per cattiva condotta elettorale. Poi venne rinominato in " People's Power Party", ed ora "Phea Thai", ovvero "per la Thailandia". Esso altro non e' che il "veicolo" per promuovere gli interessi del clan Shinawatra e associati.

Esempi precedenti degli anni 60 e 70 erano il partito "United Thai People's", veicolo per perpetuare il dominio delle famiglie Kittikachorn e Charusathien, e il partito "Chat Thai", che serviva le famiglie Choonhavan e Adireksarn. Il partito attuale Puea Thai e le sue precedenti incarnazioni hanno attratto molti supporters, influenti sia finanziamente che politicamente, i quali hanno calcolato che questo accordo fosse piu proficuo che eventuali accordi con altri partiti.

Questo partito ora domina lo stato, piu fortemente nei ministeri civili, meno tra i militari e le agenzie quasi-indipendenti. Nonostante si faccia ornamento di termini quali "democrazia", "giustizia" e "welfare pubblico", il suo leader non ha alcun altro interesse al di fuori del tornaconto personale. Del resto questa e' la norma per la politica in tutto il mondo, anche se le definizioni variano da posto a posto riguardo cosa sia legittimo e cosa no.

I vari partiti politici di Thaksin rappresentano l'unica forza politica attuale ad imporre politiche che hanno portato un sostanziale e genuino beneficio nelle aree rurali. Allo stesso tempo, molto delle loro politiche sono capziose (ipocrite), non supportabili nel lungo tempo, e fonte di corruzione fai da te.

Il suo partito-veicolo stimola la fantasia e galvanizza il coinvolgimento del pubblico in manifestazioni politiche di quelle persone che rappresentano i ceti pù bassi nella scala sociale, spesso provenienti dalle regioni economicamente più disagiate del nord tailandese. Questi gruppi sono i cosi detti "Red Shirts" (camicie rosse), i quali hanno iniziato le loro manifestazioni del 2010 nel consueto modo tailandese, rispettoso ed educato, ma che sono finite con il dar fuoco al World Trade Center e ad altre costruzioni nel centro di Bangkok, e poi sono divenuti vittime della repressione dello stato.

Dalla parte opposta ci sono le folle - Centinaia di migliaia di persone - che oggi stanno occupando il centro di Bangkok, che i tailandesi genialmente chiamano "the mob" (N.D.R. in inglese "mob" ha un significato negativo) nonostante che di solito si comportino educatamente, permettano il traffico dei veicoli e puliscano da soli cio' che sporcano per strada (N.D.R. i turisti stranieri testimoniano di stare in un festival). Nel corso degli anni, queste persone sono state motivate ed ispirate solitamente da figure provenienti dalla comunità imprenditoriale e, in alcuni casi, con legami precedenti ai partiti politici opposti al partito veicolo della famiglia di Thaksin.

Il finanziamento di alto livello e' evidente ad occhio nudo, esso include segnali stradali per il traffico, di qualità professionale, come "Gira a destra - assemblea publica in fronte", pranzi distribuiti gratuitamente, mezzi di trasporto sofisticati per i protestanti, equipaggiamento per le comunicazioni, un canale TV satellitare, schermi LCD 72-pollici piazzati per tutta l'area dell'assemblea in modo che il grande numero di persone che sono lontane dallo stage centrale (che viene fatto muovere attraverso la città con operazioni ben pianificate) possano seguire lo speaker.

I finanziatori sono generalmente questi tagliati fuori dal piano degli Shinawatra di dominare l'economia locale attraverso una serie di monopoli e concessioni, ovvero quello che i commentatori informati e gli accademici tailandesi chiamano " la corruzione della politica ". Solo raramente esponenti di queste famiglie finanziatrici sono visti alle dimostrazioni pubbliche.

il cuore della "mob" consiste di persone di tutte le età, principalmente di Bangkok, aree limitrofe e delle province del sud. Il 30 novembre scorso, durante una ispezione personale, questo scrittore e' stato testimone della massa di persone muoversi verso l'area dei vecchi palazzi a Rajadamnoen Road: giovani e anziani, i ben vestiti e quelli vestiti normalmente, persone che camminano, o vengono in bicicletta o scooters o che guidano i costosi SUV, la maggiorparte delle persone di religione Thai Buddista ma anche molti con abbigliamento chiaramente musulmano. Erano tutti quanti in uno stato d'animo di allegria.

Un aspetto saliente di questa "mob" sono i suoi leaders di alto status sociale, coloro che forniscono la legittimazione e la protezione per i membri di status sociale piu basso di occupare gli spazi pubblici, cosa che, in virtu' del fortissimo costume tailandese di deferenza e rispetto, non avrebbero mai neanche immaginato di poter fare in altro modo al di fuori di questo. Essi non sono motivati da interessi materiali, ma, come i volontari che partecipano nella politica locale in tutto il mondo, da un desiderio di emozioni, dal divertimento con gli amici e dal coinvolgimento in un certo scopo pubblico costruttivo.

La comprensione dei motivi e le posizioni basiliari di questi legittimatori di alto status sociale, e' fondamentale per comprendere il futuro svolgimento di questa lotta.

Modelli di Governo

Chiunque arrivi in Tailandia, realizza pochi minuti dopo essere uscito dal principale scalo di Bangkok - o magari anche prima - che i Tailandesi differiscono culturalmente da ogni altra persona del mondo in modo profondo sia per l'economia, che la policita, e soprattutto per le relazioni interpersonali. Ogni aspetto della vita e' influenzato dai concetti buddisti Theravada degli "Otto Nobili Sentieri" e la "Via di Mezzo".

All'apice della società c'e' il Re, un classico modello indiano ma di importante attualità (n.d.r. ha promosso nel corso degli anni moltissimi progetti pro-thai, e' amato e venerato), il quale deve regnare (formalmente "comandare") in accordo con le "Dieci Virtu' del Re". I suoi ministri possono talvolta essere imperfetti, ma egli e' fondamentale perche' detta il tono morale della comunità, il quale assicura la sopravvivenza dello stato. Senza comprendere queste questioni, uno non andrà lontano nella comprensione della politica tailandese o delle possibili svolte della situazione attuale.

Il controllo dello stato moderno tailandese e' passato, di volta in volta, da veri gentiluomini, dalla mano di uno a quella di un'altro "Elites", la composizione dei quali e' gradualmente cambiata dalla fine del potere assoluto regale nei primi anni del 1930. Coerentemente con la "Via di Mezzo", i politici sono stati moderatamente corrotti, ma con coscienza dell'inevitabilità della morte(un'altro concetto buddista), e quindi con consapevolezza di dover eventualmente lasciare quanto e' stato accumulato ( o addirittura di rinunciarci completamente, cosa che e' storicamente accaduta).

Nessuno, fino ai tempi recenti, ha tentato di dominare ne lo stato ne l'economia. Qualche volte, per mandar via il potente politico di turno, c'e' stato bisogno di una piccola scossa ( dimostrazioni pubbliche, carri armati nelle strade, un messaggio dal Re), ma la politica tailandese ha continuato la circolazione di elites cosi che ognuno avesse la possibilità di " prendere una fetta della torta".

Lo stato Tailandese produce e controlla una ricchezza straordinaria, e ce ne e' stata tradizionalmente abbastaza per tutti. Quasi nessuno muore di fame in Tailandia, e se da un lato, sia il potente di turno che "colui che vuol far del bene" sono soddisfatti di avere un posto di rilievo nella vita pubblica, entrambi non ostentano ricchezza nei modi praticati in alcune altre società Asiatiche e in altri posti nel mondo.

Thaksin, furbo manipolatore, ma con poco giudizio e poco buon senso, lascio' il servizio di poliziotto quando era ancora giovane per intraprendere una serie di avventure commerciali che non lo portarono molto lontano finche' non trovo' una formula vincente: una serie di "scambi convenienti" (n.d.r. "inciuci") con il governo. Inizialmente fu la fornitura delle radio "Motorola" alla polizia, e poi la distribuzione delle "cuffie per il cellulare Motorola" ai mercati Tailandesi, in un periodo (ormai passato) quando Motorola era l'industria leader e i cellulari stavano appena iniziavano ad essere d'uso comune.

Ma Thaksin, di nuovo, trovo' un espediente per arricchire la sua famiglia: vincolo' la vendita del servizio Cellulare (tramite la GSM SIM card) alla vendita del set di cuffie. Questo espediente violo' un trattato internazionale all'epoca sopravvisionato dalla GSM Mou Association, ma ebbe successo nell'aumentare il prezzo locale delle cuffie a tre volte il loro valore internazionale, con la differenza di prezzo che andava alla famiglia di Thaksin, oltre al denaro dei clienti che andava alla AIS "Advanced Information Service", all'epoca la società della famiglia di Thaksin per i cellulari (n.d.r. la AIS aveva il monopolio del servizio cellulare).

Questo progetto di monopolizzazione nella primissima carriera politica di Thaksin, mostra la predisposizione di Thaksin per la manipolazione e l'abuso dei processi di mercato che caratterizzano il suo approccio alla politica di governo, e quello del suo attuale partito politico affiliato. Non di meno, l'energia e l'atteggiamento persuasivo di Thaksin portarono a ruoli politici di crescente importanza, nei quali si distingueva come "uomo del fare", capace di dare slancio alla pigra burocrazia statale di quegli anni.

Negli anni 80, questo scrittore ando' a chiedere all'attuale generale maggiore, allora a capo della Polizia dell' Ufficio Immigrazione il perché la sua domanda di residenza era stata respinta. Egli, aperto il suo cassetto, tirò fuori un foglio di carta, e dopo un momento rispose che non avevo pagato la tangente consueta. Lo ringraziai, me ne andai, e per altri due decenni dovetti volare dentro e fuori del paese ogni tre mesi.

Dopo la spinta di Thaksin per la semplificazione ed il ringiovanimento burocratico, quello che per gli stranieri era stato un costoso, lungo e angosciante processo per, divento' veloce, facile e sicuro. I cittadini Tailandesi provarono lo stesso drammatico miglioramento nei rapporti giornalieri con la burocrazia.

Thaksin costrui' intorno a lui il partito "Thai Rak Thai" (n.d.r. "i Tailandesi amano i Tailandesi"), un veicolo per arricchire la sua famiglia e i suoi associati seguendo uno schema tailandese molto tradizionale. Ma, contrariamente alla tradizione, questa coalizione di interessi inizio' ad ramificarsi in tutti i settori dell'economia e della politica. Il mezzo pubblico per realizzare cio' derivo' da una serie di politiche populiste che ancora oggi portano beneficio elettorale.

Alcuni credono che, la riluttanza di Thaksin al compromesso, il non volere lasciare il potere e l'ossessione per il sentimento sia politico che economico de "il vincitore prende tutto", derivino dai trattamenti ricevuti quando era un giovane in una famiglia di origine cinese del nord della Tailandia (n.d.r. regione povera). Qualunque sia l'origine, le motivazioni di Thaksin e le azioni risultanti lo hanno portato ad essere rifiutato da potenti elementi della società Tailandese, a disagio con il livello di corruzione senza precedenti creato da Thaksin e con il suo rapporto di tensione con l'attuale monarca, Re Bhumibol Adulyadej.

Egli fu rimosso dal potere in un colpo di stato nel 2006, e le indagini successive sulla sua fraudolenta condotta d'ufficio portarono alla condanna penale per abuso di potere e al sequestro di parte della sua fortuna ingiustamente ottenuta. Il suo Partito fu cancellato dai registri per via delle violazioni della legge, ampiamente documentate. Thaksin scappo' all'estero nel 2008 per evitare la prigione e, da diversi refugi per il mondo (n.d.r. Dubai, Londra etc. Residenza in Montenegro) finanzio' e diresse la ricostruzione delle politiche e dei veicoli politici per continuare a governare la Tailandia. Il piu recente e' l'insediamento della sua sorella piu giovane, Yingluck Shinawatra, come il suo proxy (n.d.r. "tramite") primo ministro, di seguito alla vittoria elettorale del suo partito "Puea Thai" nella metà 2011.

Il governo di Yingkuck sta lavorando intensamente per mantenere un flusso di fondi alla famiglia Shinawatra e amici, usando l'ormai collaudata corruzione politica. Vere e proprie politiche populiste, anche esse ormai collaudate, assicurano la maggioranza dei voti. Molti dei membri delle Red Shirts (camicie rosse) accettano il fatto che Thaksin sia, ovviamente, corrotto. Infatti tutti sanno che il punto forte di lavorare " in ufficio " in Tailandia e' proprio per far soldi tramite la corruzione. Ma quantomeno Thaksin da loro qualcosa in cambio: non solamente speranze, ma anche sostanziali miglioramenti della condione di vita.

Scontro tra Elites

Alcuni vedono il conflitto radicato nella Tailandia come nient'altro che due coalizioni di uomoni d'affare che competono per saccheggiare la nazione. Difatto in verità, le due coalizioni operano seguendo regole "molto" differenti. Queste differenze rendono la situazione attuale complicata, eppure esse sono raramente catturate nelle analisi della stampa.

Le forze che oggi si oppongono alla "macchina" della famiglia Shinawatra, negli ultimi anni si sono impegnate a: promuovere diverse forme di democrazia, liberalizzare l'economia, salvaguardiare la libertà di stampa, la vita pubblica e il dibattito pubblico, e lentamente di migliorare l'affidabilità del sistema giudiziario. Da un punto di vista culturale, loro seguono la Middle Way (Via di Mezzo), inclusi i suoi corollari, prendendo soltanto una parte ma lasciando qualcosa anche per gli altri, e quando e' il tempo andarsene, se ne vanno educatamente. Ma in pratica, sono stati indifferenti ai problemi delle popolazioni rurali.

Oltre all' apertura verso i ranghi piu bassi della società, la macchina della famiglia Shinawatra ha introdotto una serie di nuove regole nella Tailandia, non piu la Middle Way ma la "My Way" (la mia via), nella quale hanno mostrato di non sapere quando "il troppo e' troppo", la qual cosa i Tailandesi considerano importante e che accettano senza problemi.

Durante il periodo 2001-2006 di solido potere elettorale, la macchina Thai Rak Thai ha iniziato un programma per dominare ogni settore dell'economia e dello stato per conto della famiglia di Thaksin e amici: le banche, le comunicazioni, i media, la diplomazia estera (n.d.r. http://www.globalresearch.ca/thailand-wall-street-to-the-rescue/5365198 ), le Corti, la polizia. In fine loro si stavano muovendo verso il corpo militare e verso l'ultimo bastione della resistenza, il palazzo Reale. Anche se non raggiunsero la gravità dell'attuale Argentina, la strada era chiara.

Nessun "people's council" (n.d.r "consiglio delle persone", riferimento a quello che i protestanti vogliono attuare) o accordo sulle "procedure democratiche" mettera' la parola fine o anche solo un freno alle attuali turbolenze in Bangkok. I legittimatori dei manifestanti di oggi, senza dubbio opposti a Thaksin dall'inizio dei disordini civili che portarono al suo rovesciamento, hanno vissuto in passato con la spartizione dell'utile economico tra le classi nel Regno, e potrebbero farlo di nuovo. Loro potrebbero accettare coalizioni più grandi e diversificate, formate da gruppi meno influenti, potrebbero anche fare accordi con i capi delle Red Shirts (camicie rosse), come hanno fatto in passato.

Durante la rivolta del 2010, quando le Red Shirt stavano dando fuoco alle costruzioni nella capitale nazionale, questo scrittore era preoccupato che il "Royal Bangkok Sports Club", dove egli era solito andare quasi tutti i giorni, facesse la stessa fine. Esso e' il simbolo per eccellenza della classe dirigente - 400 acri di parco verde nel centro di Bangkok, concesso dal Re un secolo fa, in ogni momento occupato da almeno due dozzine di giocatori di Golf di alto rango. In quel momento nel 2010, esso era separato solamente da un semplice recinto dalle violente Red Shirts, che avanzavano di fronte all'adiacente quartier generale della Polizia di Stato. Ma un membro della commissione generale RBSC mi rassicuro': " abbiamo stretto un patto con loro, non entreranno qui ". Ed infatti non lo fecero.

I legittimatori degli attuali manifestanti hanno una ossessione di base. Per loro, l'idea che un criminale fuggitivo, e senza dubbio un sentito nemico del Re, possa dirigere la Tailandia ai propri fini e quelli della sua famiglia, tramite un controllo a distanza, non e' soltanto inaccettabile, ma " inconcepibile". Per metterla in un contesto straniero, L'approccio di Thaksin a governare, così estraneo ai valori culturali thailandesi, suscita lo stesso livello e tipo di animosità nelle menti dei suoi avversari come fa una clinica per aborti nella mente dei pro-vita nel Stati Uniti. Centrano poco gli interessi economici, o la divisione del potere politico. L'idea della "Condivisione del potere" o "un piano chiaro di riforme" o " processo democratico " sono estranei al cuore del motivo del conflitto attuale.

Ma per Thaksin e' indiscutibilmente tutto intorno ai soldi e al controllo. La sua condanna per corruzione nel 2008 era in realtà piuttosto equilibrata: il giudice sequestro' l'equivalente di 1,5 miliardi di dollari dei suoi fondi utili come illeciti (la base giuridica per la sentenza è di fatto inattaccabile), ma comunque gli lascio' quasi un altro miliardo, il risultato non chiaro di abuso di potere. Questo fu un tipico invito in stile Thai, ad andarsene all'estero (n.d.r. e quindi di rinunciare al potere), dove egli gestisce notevoli attività commerciali.

In questo risiede il problema della lotta di oggi in Bangkok. Una politica stabile richiede qualche corrispondenza tra il comportamento politico pubblico di uno e la sua morale secondo la cultura Thai, che e' molto sentita dai Tailandesi. Il comportamento di Thaksin, invece, non e' conforme. Uno puo' vedere l'arrabbiatura nella suo volto nelle apparizioni televisive, un "no-no" per la cultura Thai; egli rivuole il potere indietro per se; egli rivuole indietro il suo miliardo di dollari; ed egli non vuole andare in prigione, anche se la corte ha stabilito che molti dei suoi denari provengono da abuso di potere.

Thaksin risponde che i casi legali contro di lui fossero motivati politicamente. Questo e' sicuramente corretto nel senso che egli ha violato cosi tante istituzioni (la stampa, la banca, i militari e il palazzo Reale) che ha sicuramente molti nemici politici. Ed e' certamente vero che il procedimento giudiziario contro di lui e' il risultato diretto del colpo di stato del 2006 che termino' il suo ministero.

Ma cio' difficilmente deligittima la condanna: mentre era al comando, Thaksin e la sua famiglia erano superiori alla legge, ed immune dalle condanne. Questo scrittore ha recinsito il testo completo Tailandese della sentenza di giudizio contro di lui e il suo partito " Thai Rak Thai" e non c'e' soltanto "oltre ogni ragionevole dubbio", ma addirittura "oltre ogni Concepibile dubbio".

E' il rifiuto di Thaksin di seguire la tradizione politica Tailandese di condividere e di lasciare il posto ad altri - che regolarizza la natura problematica del passaggio di potere in Thailandia da molti decenni - che lo rende intollerabile a quelli che in questi giorni sono per le strade. Per loro, Thaksin e' un oggetto "Straniero", da essere cacciato, e se questo richiede una pausa temporanea con i formalismi democratici (n.d.r. sottolineo "formalismi democratici"), essa e' una spiacevole necessità per preservare lo speciale "clima dell'andare d'accordo>" della vita della comunità tailandese e la relativa mancanza di cattiveria dei politici tailandesi che tanto caratterizza la nazione (n.d.r. ad esempio rispetto alle sanguinolente lotte per il potere delle nazioni confinanti).

I legittimatori sperano di preservare la Tailandia che conoscono (n.d.r. anche chiamata "terra del sorriso") dall'importo di valori alieni da parte di Thaksin. E per loro questa questione e' di suprema urgenza, perche' i cambiamenti imminenti all'apice della società Tailandese potrebbero fare divenire il loro obiettivo impossibile (n.d.r. ad esempio il Re ha 85 anni). Quindi, una condizione per metter fine al tumulto attuale e' che Thaksin acconsenta a rimanere permanentemente in esilio, che la sua famiglia acconsenta di rinunciare al potere, e che la sua coalizione abbandoni il suo nuovo modo di fare politica basato sulla regola "in vincitore prende tutto".

Ma questa e' soltanto una delle due condizioni per permettere alla Tailandia di tornare sulla sicura e sana via dello sviluppo nazionale. Stai a guardare per questa prima chiave di sviluppo, per quanto improbabile essa possa sembrare allo stato attuale (n.d.r. 12\2013).

Un governo senza precedenti

Seri conflitti riguardo l'ideologia, il potere e i soldi sono regolarmente capitati in Tailandia durante molto del secolo precedente. Ma grazie agli insegnamenti Buddisti, la Tailandia non ha mai sperimentato l'orrenda violenza dei suoi vicini o quella di molte altre nazioni del mondo, che invece fronteggiarono conflitti simili. Anziche combattere all'ultimo sangue nelle strade di Bangkok (n.d.r. per difendere il proprio potere), questi il cui momentum iniziava a finire, hanno spesso lasciato la nazione - iniziando dal 1935 quando il Re Prajadhipok abdico' e se ne ando' nel Regno Unito dove mori' in esilio.

In cambio, Pridi Phanomyong, il famoso leader del movimento politico che forzo' l'esilio di Prakadhipok, ando' in esilio lui stesso per tre volte, nel 1934, 1947 e in modo definitivo nel 1949. Egli piu tardi mori' a Parigi nel 1983. Il suo nemico, generale della polizia Phao Sriyanond, perse in una lotta di potere nel 1957 e se ne ando' con la sua fortuna a Genova, e in fine li morì senza mai piu vedere la sua patria.

Nel 1973, I Comandanti Thanom Kitthachorn e Prapat Charusathien se ne andarono con l'areo in esilio temporaneo rispettivamente a Taiwan e negli Stati Uniti, per poi ritornare per vivere in pace a Bangkok. nel 1976, il rispettato economista Dr Puey Ungphakorn, nella parte sbagliata della corrente politica di quel periodo, ando' in esilio a Londra.

Ma gli avversari di Thaksin hanno anche motivi molto pratici per volerlo mandare via. In primis per le sue scarse capacità di giudizio. Per esempio qualsiasi persona di giudizio, in Tailandia, sa una cosa prima di tutte le altre: uno non puo' remare contro le azioni Reali, neppure contro le parole del Re. Ma Thaksin è ampiamente percepito come farsi beffe di questa regola di ferro, con inevitabili conseguenze negative per sé e per il paese. La stessa scarsa capacità di giudizio appariva in molte scelte di politica economica.

Un secondo elemento è l'avversione di Thaksin alla sostanza della democrazia (n.d.r. le persone regnano per le persone), nonostante gli appelli del suo partito a questo ideale durante il conflitto con quelli che ora stanno sulle strade. Ironia della sorte, Thaksin stesso fu beneficiario del graduale rafforzamento delle istituzioni democratiche nei decenni dalla prima fioritura a metà degli anni 1970, in quanto fu il primo premier eletto a completare la sua intera legislatura (n.d.r. altra ironia della sorte: da giovane pote' studiare all'estero grazie a una borsa di studio concessa dal Re ai giovani thai di talento).

Ma il partito di Thaksin "Thai Rak Thai", anche essendone stato il beneficiario, smantello' gli elementi di supporto della democrazia piu velocemente possibile, attraverso le minaccie e il braccio forte della stampa, l'uso dei crediti delle banche per i ricatti commerciali, l'uso pregiudizievole della polizia, e l'intimidazione nonche' corruzione dei tribunali. Per la famiglia Shinawatra, governare lo stato e' un business, simile alla gestione di un'impresa di telecomunicazioni. Le elezioni, i ricatti e le tangenti sono tutte tattiche che i loro partiti politici affiliati utilizzano per mantenere un flusso costante di entrate. L'apertura alle classi piu in difficoltà e' soltanto un'altra tattica che sara' abbandonata non appena non serve piu, e molti dei leaders dei Red Shirts non si preoccupano che di questo (n.d.r. ad esempio i sindaci dei piccoli centri del nord\nord-est, che Thaksin usa per influenzare l'opinione publica delle povere aree rurali).

Comprendere i possibili futuri sviluppi puo' essere piu chiaro con questa spiegazione dei "veri" motivi della partecipazione. La maggior parte dei Thai sono squisitamente sensibili ai sentimenti degli altri e rispondono in modo appropriato. Ma hanno un'espressione affascinante per cosa deve esser fatto per i deviati sociali: " aw may tii hua " , ovvero "tu devi colpire loro sulla testa". Questo e' cio' che la gente per le strade di Bangkok sta ora provando a fare.

Il tumulto per le strade si fermera' quando Thaksin e la sua famiglia capiranno che non possono fare sacrificio minore di quello fatto dai loro predecessori, tutti, dalla corona in giu. Ma anche con tale sacrificio, le tensioni sociali che la famiglia Shinawatra cosi cinicamente ha sfruttato, continueranno fino a che qualcuno, non ancora identificato, appartenente ad una parte dell'elite, sviluppera' un - alternativo ma onesto, pratico ma resistente - programma per il sollevamento rurale.

Questo in vero e' gia accaduto in Tailandia durante un precedente periodo di grande conflitto interno, nel 1973, con il collasso dell'ammirabile, seppur intoccabile, dittatura militare. Un gruppo di banchieri e aristocratici si unirono per fondare il partito di Azione Sociale, che implemento' una serie di innovazioni politiche, cambiando drammaticamente i termini del commercio rurale-urbano attraverso l'alterazioni della politica fiscale del riso e dei dazi di importazione sui fattori di produzione agricoli.

Oggi giorno, altri problemi come il fallimentare sistema educativo rurale e la localizzazione geografica degli investimenti statali richiedono l'attenzione piu che mai. Il principale punto interrogativo di oggi è perche' nessun nuovo " imprenditore" politico sia emerso per competere contro Thaksin in questo grande spazio vuoto nel mercato politico thailandese.

Questo e' (come fu negli anni 70) la seconda condizione per una genuina stabilità. Se e quando questo accadra', gli stranieri potranno iniziare a sentirsi nuovamente fiduciosi sul futuro della Tailandia.

Jeffrey Race e' un analista politico, che ha studiato ad Harvard, residente in Tailandia da 45 anni. E' stato nel mezzo di molti episodi di disordini pubblici: nel 1968 l'offensiva Tet in Saigon, il rovesciamento del presidente Ferdinand Marcos delle Filippine nel 1986, e tre casi di callosso del regime in Tailandia nel 1973, 1976 e 2006. I relativi lavori possono esser letti a http://www.jeffreyrace.com

(Copyright 2014 Jeffrey Race)

Note finali:

1# i principali media occidentali, CNN, BBC, Washington Post, Reuters, etc supportino il regime di Thaksin, che e' contro i diritti umani. si legga Global Research: http://www.globalresearch.ca/thailand-wall-street-to-the-rescue/5365198

2# Riguardo i Media e la situazione odierna (12\2014): http://danielethai.altervista.org/home.html

3# la "macchina Shinawatra" ha usato la forma democratica per i propri interessi economici, ma nella sostanza non mostra alcun interesse verso i tailandesi. Esemplare la questione del petrolio pubblico " p.t.t ", le ferrovie ad alta velicità, e l'attuale "rice scheme"

4#. http://www.youtube.com/watch?v=0x19g0fz6P0 per i sottotitoli in inglese si attivi il "caption", tasto "CC" in basso a destra. Nel video Thaksin parla da Dubai, alla folla di sostenitori Red Shirt in Tailandia tramite un maxi schermo, dicendo loro che se lo faranno tornare in patria, non dovranno piu fare la fila per ricevere i 500 baht. Accortosi poi della gaffe, fa una pausa, e usa la metafora dei "frutti della democrazia")

4# lettera ad obama: https://www.facebook.com/notes/vanina-sucharitkul/letter-to-president-obama-regarding-thailands-political-crisis-a-response-to-mic/10152128821423604